Il trauma è un’esperienza che può travolgere e sopraffare la nostra capacità di regolare le emozioni e di integrare l’esperienza vissuta. Ciò che definisce se un’esperienza sia traumatica o meno è quindi il vissuto soggettivo (ciò che ha significato per noi), il modo in cui siamo stati in grado di affrontarla, l’impatto che ha avuto sul nostro corpo e sulla nostra mente. La nostra capacità di rimanere presenti, di comprendere quanto sta accadendo, di integrare emozioni, sensazioni e pensieri e di dare un senso all’esperienza viene compromessa dall’evento traumatico. E anche quando il pericolo e la minaccia esterna non esistono o sono ormai passati, le persone non riescono a sentirsi al sicuro e rimangono ostaggio dei loro meccanismi di difesa mobilitanti (attacco o fuga) o immobilizzanti (freezing o sottomissione). La risposta attacco/fuga attiva uno stato di iper-vigilanza (iper-arousal) e coinvolge il sistema nervoso simpatico: il battito cardiaco accelera, il respiro si fa corto, il mondo diventa un luogo pericoloso, caotico. In tale modalità si sperimentano ansia, attacchi di panico, rabbia, difficoltà di concentrazione, aggressività. La risposta opposta (ipo-arousal) coinvolge invece il sistema nervoso parasimpatico e porta alla disattivazione, al collasso, alla dissociazione. All’ipo-arousal si associano in genere sensazioni di disperazione, annebbiamento, incapacità di movimento, stanchezza, affaticamento, così marcati da non consentire di prendere decisioni, pensare e agire.
Il trauma complesso non è causato dal singolo, particolare evento (incidente, terremoto, rapina) ma è il risultato di ripetute e sfavorevoli esperienze vissute durante l’infanzia e l’adolescenza, che incidono in modo significativo sullo sviluppo emotivo, psicologico e relazionale. Esse possono comprendere le diverse forme di abuso all’infanzia (sessuale, fisico, emotivo) o derivare da particolari vissuti in ambienti familiari instabili o non sicuri come nei casi di violenza assistita, maltrattamento intra-familiare, rotture precoci dei legami di attaccamento, convivenza con genitori alcolisti e\o tossicodipendenti o affetti da malattie psichiatriche. Si tratta di un trauma di natura relazionale connotato dalla rottura importante della fiducia. La trascuratezza emotiva può compromettere un sano sviluppo emotivo e psicologico: crescere con dei genitori fisicamente o emotivamente distanti è particolarmente doloroso, può farci sentire invisibili e inascoltati. Ad incidere negativamente può essere anche il fatto di crescere in una famiglia in cui i sentimenti non possono essere espressi ma a volte addirittura puniti: ciò può insegnarci che dobbiamo tenerli per noi, ignorarli, negarli o persino non sentirli affatto.
Lo sviluppo traumatico può inoltre essere favorito dal fatto di vivere nella paura costante che l’amore e l’attenzione dei nostri genitori sia ritirata o sia dipendente dal nostro comportamento. Oppure può essere causato dall’esposizione continua e ripetuta a critiche, derisioni o umiliazioni. E ancora: può essere dovuta alla necessità di prendersi cura dei genitori per soddisfare i loro bisogni e i loro desideri rendendo difficile il riconoscimento dei propri. I sopravvissuti a traumi costanti e ripetuti della sfera emotiva, fisica o sessuale, possono presentare un complesso quadro sintomatologico e i problemi da cui possono essere afflitti con il passare del tempo sono diversi: dis-regolazione emotiva; attacchi di panico; depressione; disturbi dell’alimentazione; disturbi del sonno; disturbi della sfera sessuale, disturbi di personalità (Borderline – Evitante – Narcisistico), somatizzazione. La terapia è uno spazio sicuro e di supporto, in cui l’impatto del trauma può essere affrontato ed esplorato, dove le paure e i comportamenti non adatttivi possono essere superati e dove è possibile imparare a ristabilire un senso di sicurezza e connessione.